Addio a Carlo Mazzone, il maestro dei talenti del calcio italiano
Record di panchine e il legame con Totti e Baggio: il lascito di un uomo vero
Il mondo del calcio italiano piange la scomparsa di Carlo Mazzone, il leggendario allenatore noto affettuosamente come “Sor Carletto” o “Sor Magara”, che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama calcistico. La sua lunga carriera, segnata da momenti epocali e connessioni speciali con icone del calcio come Francesco Totti e Roberto Baggio, ha lasciato un segno profondo nel cuore degli appassionati. È andato via sabato 19 agosto, all’età di 86 anni, portando con sé una vita vissuta interamente in tuta, berretto e giaccone oversize, accompagnata dal suo inconfondibile accento romanesco.
Mazzone è stato un protagonista e un simbolo del calcio autentico, lontano dalle luci abbaglianti e dagli eccessi del calcio moderno. La sua carriera da calciatore, ha preso una svolta decisiva nella città marchigiana di Ascoli Piceno, dove ha giocato per lungo tempo. Tuttavia, è stato nei ruoli di allenatore che Mazzone ha veramente trovato la sua vocazione e il suo impatto maggiore.
Il suo cammino da allenatore è iniziato proprio ad Ascoli, guidando dapprima le giovanili e poi la prima squadra. Da lì, ha intrapreso un viaggio attraverso l’Italia, toccando undici diverse destinazioni, da Fiorentina a Brescia, da Catanzaro a Cagliari. Ogni tappa è stata segnata dalla sua abilità di creare un legame unico con i giocatori e di esaltare il loro talento. Tuttavia, sono due i nomi che risplendono particolarmente nella sua carriera: Francesco Totti e Roberto Baggio. Questi due giganti del calcio italiano sono stati scolpiti da Mazzone, che ha sempre posto il talento individuale al di sopra delle tattiche rigide.
La sua relazione calcistica con Baggio è stata particolarmente speciale, tanto che il Divin Codino inserì persino una clausola nel suo contratto con il Brescia, stabilendo che se Mazzone fosse stato esonerato, avrebbe avuto il diritto di andarsene. Il loro binomio ha fruttato tre salvezze e una qualificazione all’Intertoto, sfiorando addirittura l’accesso alla Coppa UEFA. Anche Francesco Totti è stato cresciuto sotto l’ala di Mazzone, che ha contribuito a plasmare il talento dell’attaccante nella sua amata Roma.
La sua eredità è fatta di intuizioni tattiche e connessioni umane. Ha spostato Andrea Pirlo davanti alla difesa ai tempi delle Rondinelle, contribuendo a trasformare il giovane calciatore in uno dei registi più talentuosi del mondo. Mazzone è stato un uomo genuino, privo di fronzoli, che ha dedicato 38 anni al calcio italiano e ha guidato squadre in 795 partite di Serie A. La sua passione lo ha spinto a reazioni istintive, come quella memorabile in cui corse verso la curva dell’Atalanta, promettendo un pareggio epico dopo il gol di Baggio.
Oggi il calcio italiano si prepara a iniziare una nuova era, ma lo fa senza la presenza di Carlo Mazzone. Il suo record di panchine e il suo talento nel coltivare le abilità dei giocatori rimarranno una parte intrinseca della storia calcistica del paese. Lascia dietro di sé un vuoto incolmabile, ma anche un lascito che continuerà ad ispirare le future generazioni di allenatori e calciatori.