Nessuna riforma completa delle pensioni nella legge di Bilancio 2024. Scarse risorse finanziarie ne sconsigliano l’attuazione, puntando invece sulla conferma delle misure temporanee come Quota 103, Opzione donna e Ape sociale. La strada è ora tra il confermare lo status quo o valutare ampliamenti. Nel frattempo, l’incontro del 5 settembre tra l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale, presieduto dal ministro del Lavoro Marina Calderone, e i sindacati ha indirettamente suggerito l’arrivo di nuove direttive nella manovra.
Quota 103: un possibile rinnovo fino al 2024
Quota 103, il sistema che consente il pensionamento a 62 anni d’età e 41 di contribuzione, potrebbe essere confermata. Coloro che decidono di rimanere in servizio fino al 67° anno vedono un incentivo nella busta paga. L’opzione potrebbe essere estesa fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia, i sindacati chiedono maggiore flessibilità, aprendo a ulteriori discussioni.
Opzione donna: una possibile riapertura a tutte le lavoratrici
Opzione donna potrebbe allargare i suoi confini. Dopo un anno in cui solo le lavoratrici caregiver con invalidità non inferiore al 74% hanno potuto usufruire del beneficio, il panorama potrebbe cambiare. I sindacati hanno proposto di rendere accessibile Opzione Donna a tutte le lavoratrici. Al momento, è prevista una proroga senza i rigidi requisiti dell’ultima legge di Bilancio. Si torna ai criteri del 2022: pensionamento a 58 anni o 59 se autonome, con almeno 35 anni di contributi. Tuttavia, ottenere questo vantaggio potrebbe non essere così semplice.
Ape sociale: un’opzione per chi non ha una pensione diretta
Per coloro senza una pensione diretta, l’Ape sociale offre un’alternativa. Anche questa misura è oggetto di considerazioni per possibili aggiustamenti. Prima di ottobre, è difficile prevedere quali decisioni saranno prese, ma si sussurra di una proroga secondo gli stessi criteri.
