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Start-up Blueat: cinque imprenditrici trasformano il flagello dei granchi blu in un’opportunità multinazionale

Rimini, 25 agosto 2023 – Nel tentativo di trasformare una minaccia ambientale in un’opportunità economica, cinque giovani imprenditrici hanno fondato la start-up Blueat, la quale si dedica all’acquisto e alla lavorazione dei granchi blu, una specie aliena che sta devastando gli allevamenti italiani di cozze, vongole e ostriche. La Blueat, con sede a Rimini, ha trasformato questa sfida in un successo imprenditoriale, con un mercato di esportazione negli Stati Uniti e riconoscimenti internazionali.

La storia di Blueat è quella di un’iniziativa coraggiosa e innovativa. La fondatrice Carlotta Santolini, biologa marina, ha colto l’opportunità di affrontare il problema dei granchi blu quando lavorava su un progetto di ricerca lungo le coste italiane. Si è resa conto dell’urgente necessità di affrontare questa minaccia e ha coinvolto quattro amiche: Giulia Ricci, esperta in business, Matilda Banchetti, specializzata in logistica e filiera, Ilaria Cappuccini, comunicatrice e promotrice del prodotto, e Alice Pari, responsabile delle relazioni pubbliche e degli aspetti legislativi.

L’obiettivo era audace: trasformare i granchi blu da nemici dell’ecosistema marino a risorsa economica. La Blueat ha intrapreso un approccio unico, impegnandosi ad acquistare tutti i granchi blu consegnati dai pescatori a un prezzo fisso. Questi granchi vengono poi elaborati in un impianto di lavorazione a Mestre, dove vengono sgusciati, trasformati in polpa e confezionati per il trasporto. La Blueat si occupa anche della distribuzione sia in Italia che all’estero, in particolare negli Stati Uniti.

L’impegno dei pescatori è fondamentale in questo processo. Essi sono tenuti a seguire un protocollo specifico, utilizzando solo trappole apposite per la cattura dei granchi blu e rispettando precise modalità di trattamento e conservazione.

Nonostante il successo iniziale, la Blueat ha dovuto affrontare una nuova sfida: il governo italiano ha stanziato fondi per lo smaltimento dei granchi blu come materiale di scarto. Questa decisione ha portato molti pescatori a preferire lo smaltimento invece della vendita ai mercati. Tuttavia, le fondatrici non si sono arrese e hanno intrapreso una serie di discussioni con il governo e le autorità competenti. Carlotta Santolini ha persino parlato direttamente con il Ministro Francesco Lollobrigida per affrontare il problema e ha ricevuto assicurazioni sulle possibili soluzioni.

L’ambizione di Blueat va oltre i confini nazionali. Carlotta sta attualmente stringendo accordi con pescatori in Albania e Croazia, dimostrando che l’approccio imprenditoriale unico di questa start-up può essere applicato anche in altre regioni colpite dalla presenza dei granchi blu.

La storia di Blueat rappresenta un esempio affascinante di come l’ingegno imprenditoriale possa contribuire a risolvere sfide ambientali e trasformare problemi in opportunità. Con determinazione e creatività, queste cinque donne hanno dimostrato che, anche di fronte alle avversità, è possibile aprire nuove strade e contribuire al progresso sociale ed economico.

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