Pensioni 2024: nuove prospettive con Quota 103 bis, Ape Sociale e focus sui giovani

Nel contesto delle prossime manovre finanziarie, l’attenzione sul fronte pensioni sembra focalizzarsi su nuove strategie, con un capitolo che potrebbe ammontare a 1-1,5 miliardi di euro, esclusa la rilevante dotazione necessaria per “indicizzare” gli assegni pensionistici all’andamento dell’inflazione.

Al di là delle ultime riflessioni, sembra che le pensioni non costituiscano un nodo centrale nella composizione della prossima manovra del governo. Il prossimo incontro tecnico con i sindacati è fissato per il 5 settembre, con la discussione incentrata sulle mansioni gravose e la protezione previdenziale delle donne. Tuttavia, il percorso sembra già delineato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato l’esiguità delle risorse finanziarie a disposizione del governo e l’impellente questione della “denatalità”, che rende problematiche qualsiasi riforma previdenziale nel medio termine.

In questo scenario, si profila l’idea di riprendere le misure temporanee attualmente in vigore, in attesa di tempi migliori per introdurre eventuali modifiche più incisive. Per il 2024, si considera la possibilità di una “Quota 103 bis”, insieme a un’estensione dell’Ape Sociale, questa volta con un’ampia portata: l’accesso verrebbe esteso a ulteriori categorie di lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti. Inoltre, si prevede un mini-piano rivolto ai giovani, focalizzato sulla copertura dei cosiddetti “buchi contributivi” e su agevolazioni mirate, con l’intento di favorire la previdenza integrativa.

Quest’ultimo aspetto potrebbe rappresentare una premessa per l’istituzione di una “pensione di garanzia”, un concetto che anche il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ritiene meritevole di attenta valutazione, sempre tenendo conto delle risorse a disposizione.